SpiritoDiVino087
SPIRITO diVINO 12 ( ROSSI & CO . ) I n una terra che fu Toscana, sulle alture di Modiglia- na, a 600 metri di quota e sopra uno strato di marna e arenaria profondo 3mila metri, Emilio Placci (sopra, con la moglie e la figlia) ebbe un’intuizione nel 1991: piantò le prime vigne e iniziò a produrre vini tanto espressivi all’olfatto quanto imprevedibili al gusto che di- vennero simboli del suo speciale rapporto con la terra e col tempo. Vini dal grandissimo temperamento, mai sazi di tem- po, terrosi e umorali i rossi, pietrosi, generosi e penetranti i bianchi. Vini irriducibili a semplici descrittori e paragonabili solo agli altri figli della Valle Ibola, detta anche valle fredda dai suoi abitanti per via del carattere difficile, lento da aprir- si alla primavera preferendo forse indugiare nell’inverno. È proprio questa valle che il Pratello, in vent’anni, ha avuto la pretesa, esaudita, di interpretare e che esperiamo oggi in una verticale tanto preziosa a cominciare dall’eccezionale bianco Le Campore che, da uve Chardonnay e Sauvignon blanc, rag- giunge picchi di inusitata grandezza nelle annate 2000, 2005 e 2008. Binaria, invece, la verticale, dal 1998 al 2012, dei San- giovese Badia Raustignolo e Mantignano, figli di due diverse ubicazioni e cloni. A ispezionarne la natura, anche in senso diacronico, quel che stupisce è la rarefazione nobile di Man- tignano, più imperscrutabile rispetto alla deflagrante poten- za materica di Badia Raustignolo cui le grandi escursioni e la durezza dei suoli ha restituito, benché su binari espressivi ed emozionali totalmente differenti, tannini rarefatti forieri di sfumature balsamiche e agrumate, cariche di speziature e acidità salate solenni e vertiginose. Il Pratello ilpratello.net Martin alla Mosella S ono ripidi i vigneti del Bockstein, nel paese di Ockfen, e quelli del Kupp, sopra la città di Saarburg, che han- no avuto la loro rivincita su un andamento climatico incerto cui la tarda estate 2017 ha restituito una pro- duzione forse più scarsama più incisiva in termini di profumi e aromi. Così incomincia il sogno moselliano di Martin Fora- dori Hofstätter e, più precisamente, lungo l’affluente Saar le cui felici esposizioni gli han già permesso di uscire con questo Dr. Fischer Trocken 2017 che vanta già una certa perentorietà di pesca bianca e biancospino. Una giovi- nezza di frutto selvatico, come un rusticano verde, che si rimpolpa grazie a un residuo zuccherino ben integrato venato di fili d’erba tenera e grano caldo di sole. Giravol- te di anice stellato e folate di magnolia slanciano la sensa- zione di una caramella al limone. La bocca ha pienezza, ricchezza di estratto e contiene in nuce una eco vinilica che ben promette. Weingut Dr. Fischer hofstatter.com La carta dei vini con le novità di cantina Figli della Valle Ibola Irresistibile Borgogna F iori bianchi e croccante di semi di anice sono i profumi che fanno da sipario a un repertorio di storie pietrose, appena fu- mose. È un «semplice» Borgogna, splen- didamente tratteggiato nella versione 2014, che gioca più le carte del territorio che quelle dell’affi- namento donde la barrique, ove sosta un anno, è appena abbozzata. La quintessenza, forse, della Côte de Beaune trovandosi le uve, di due parcel- le, in quel di Chassagne-Montrachet. Niente bur- ro, dunque, e nemmeno l’importanza sussiegosa dei bianchi di Montrachet bensì un frutto sincero di bergamotto venato di tiglio argentato e spolve- rato di calcare. Distribuito da balan.it
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