SpiritoDiVino087
SPIRITO diVINO 17 Sopra, Miriam Lee Masciarelli è il capitolo più recente della storia di Masciarelli: prende i solidi contenuti e i valori di papà Gianni e mamma Marina Cvetic´ e li attualizza in chiave contemporanea. Miriam conduce le degustazioni a Castello di Semivicoli (in alto) con competenza e un bagaglio di aneddoti di ieri e di oggi della vita di casa Masciarelli (masciarelli.it ). bicchieri uno a uno senza intervenire in quella che è la de- gustazione personale, con la delicatezza e la discrezione di chi sa accogliere. Tiene particolarmente a far assaggiare il Marina Cvetic´ Syrah 2014 , prima annata di un pro- getto che ricalca la capacità visionaria di Gianni. Qualche anno fa venne rilevata una somiglianza pedologica tra un vigneto di proprietà Masciarelli e la famosa zona francese dello Châteauneuf-du-Pape, nella Valle del Rodano Meri- La vitalità di Gianni si è spinta fino alle colline teramane, là dove la brezza si prende cura dei vigneti dionale. Da lì l’intuizione e, nel 2014, il debutto di questo rosso compatto, suadente al naso nelle note di scorza d’a- rancia, propoli e frutta scura. Pepe nero e cacao colorano l’espressione aromatica di bocca, che colpisce nell’assolu- ta fermezza della sapidità. La luminosa vitalità di Gianni si è spinta fino alle colline teramane, là dove la brezza ama prendersi cura del vigne- to e dove il fattore umano si lega più che mai a quello agri- colo. Qui, nella cantina di Luigi Valori, l’amicizia fra i due viticoltori diede origine a vini espressivi, audaci, in cui la mano dell’uomo ha semplicemente guidato l’indoma- bile essenza del vitigno. Così il Montepulciano d’Abruz- zo Bio 2015 matura solo in acciaio. È schietto, diretto e complesso. Ha un carattere vivace e brillante, scandito da ricordi di agrumi, amarena e ciliegia. In bocca sembra fremere, nella vibrante affermazione della sua identità. Luigi, infine, dice che per essere creativi è necessaria una sana follia, quella che permette di vedere una cosa per ciò che potrebbe essere e ancora non è. Dalla piccola casupo- la chiamata «pensatoio», Gianni Masciarelli osservava i suoi vigneti ricalcare i dolci pendii delle colline abruzzesi, che al tramonto trasformano l’energia della luce diurna in un saluto caldo. Lui lì rifletteva, elaborava, creava, la- sciandosi toccare da quella luce speciale che, anche oggi, attraversa i filari dei vigneti Masciarelli. Gianni Rizzotti
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