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SPIRITO diVINO 18 ( BUON COMPLEANNO ) I primi 40 anni del primo Spumante delle Langhe di Alessandro Franceschini de cantina già allora. «In casa ci siamo sempre divertiti con il vino in mezzo a mille assaggi». Qui si forma anche il palato del figlio Rodolfo, oggi quarantenne, in Langa dall’età di 14 anni: prima la scuola enologica ad Alba, poi qualche esperienza a Bordeaux, Sauternes e Champagne, infine tanto lavoro nell’a- zienda di famiglia. Dopo la scomparsa dei genitori, non si è trovato al timone da solo, sebbene coadiuvato da un gruppo di lavoro creato dal padre e ancora presente qui in azienda, a partire dall’enologo Giuseppe Albertino che lavora a Rocche dei Manzoni da 34 anni. Al netto dei tratti più langaroli che certo non mancano, il Riserva Elena coniuga fresca inci- sività, accentuata da una carbonica di pregevole finezza, insieme a un bel tocco sapido finale, con una struttura al tempo stesso ricca e appagante. Un equilibrio giocato sia su sferzanti note agrumate di bergamotto e limone sia su quelle più delicate e fruttate. Dopo la nascita di questo vino icona (millesimato, Pinot nero 30% e Chardonnay 70%, minimo quattro o cinque anni sui lieviti e «una li- queur che negli anni è evoluta e che ora è fatta solo con gli stessi vini, ma molto vecchi»), la gamma degli Spumanti si è nel tempo allargata: nel 1989 arriva Brut Zero Ri- serva Valentino, Blanc de blancs 100% Chardonnay, pas dosé, passaggio in barrique e sui lieviti 11 anni prima di essere messo in commercio; nel 2003 la ver- sione rosé sempre del Brut Zero; infine, nel 2016, dopo 12 anni di sperimentazione, è arrivato anche il Brut Cuvée Door 185. «Una mia idea, realizza- ta insieme all’amico e compositore Ezio Bosso». Una composizione ad hoc del maestro viene fatta «ascoltare» alle bottiglie accatastate per 40 gior- ni. Il risultato? «La musica sollecita il vino sotto forma di vibrazioni e la seconda rifermentazione avviene in modo più veloce. Il vino cambia, di- venta più integro, fresco e con note più agruma- te al naso». In Champagne nel febbraio del 2017 ne hanno voluto sapere subito di più. «Ma siamo solo allo stato embrionale della sperimentazio- ne». L’innovazione, qui, è di casa. I l 1978 non fu una data qualunque in casa Migliorini, a Monforte d’Alba. «Arrivarono le prime 300 barrique dalla Francia e iniziammo anche la produzione del no- stro primo Spumante». Un metodo Classico in terra di rossi alla fine degli anni 70. Una scommessa?Un azzar- do? Forse, ma la determinazione, unita a una voglia di innova- zione hanno fatto sì che che il Brut Riserva Elena «Valentino» sia non solo il primo Spumante a essere mai stato realizzato nelle Langhe, ma anche uno dei vini portabandiera di Rocche dei Manzoni, giunto quest’anno a tagliare il traguardo delle 40 primavere. «Questo, come gli altri vini, sono tutti nati per amore. Perché mio padre era innamorato sia della cucina sia del vino, gli ha dedicato tutta la sua vita». A raccon- tarci un pezzetto della storia di Valentino Migliorini e di Rocche dei Manzoni è il figlio Rodolfo, oggi al timone di un’aziendamolto dinamica e mai ferma, senza l’assillo di voler crescere anche nei numeri produttivi. Anche adesso che ha acquistato a Sinio, sulle colline della Bassa Lan- ga, 25 ettari a Chardonnay e Pinot nero proprio per la produzione di queste bollicine quarantennali. «Oltre ai vigneti, a Sinio ci saranno anche noccioleti e un alleva- mento di mucche che servirà per la produzione di car- ne, ma soprattutto per quella di letame, il cibo delle vigne». Niente aumento nel numero di bottiglie però. «No, sono 70mila in totale, 50mila di Riserva Ele- na, e continueranno a essere tali». Chardonnay e Pinot nero, una scelta classica quella che fece il padre di Rodolfo nel 1974 quando rilevò questa tipica cascina piemontese dove dimoravano un po’ di Dolcetto,Nebbiolo eBarbera che servivano per fare il vino del fattore, ma niente altro. «Sono cresciuto inmezzo al vino e ai fornelli, perché c’e- ra il ristorante gestito damiamadre e l’azienda di vino qui in Langa». Il ristorante Da Valentino a Caorso, in provincia di Piacenza, luogo d’origine dei Migliorini, raggiunge la stellaMichelin e viene chiuso nel 1988. «Non è stato venduto, la storia doveva finire con noi». E lì c’era anche una gran-

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