SpiritoDiVino087

SPIRITO diVINO 28 ( CHAMPAGNE IN FOOD VALLEY ) A Richard Geoffroy il Premio alla Creatività di Leila Salimbeni Deuxième Plénitude, invece, è l’esito di oltre 16 anni di ela- borazione: è Dom Pérignon P2 che ho ribattezzato la Pléni- tude dell’Energia. Quanto alla troisième Plénitude, essa si raggiunge dopo circa 25 anni dalla vendemmia e culmina in Dom Pérignon P3: la Plénitude della Complessità». Una visione vitivinicola assai mistica, lo ammettiamo, ma per nulla ermetica come è emerso nel corso della lectio ma- gistralis ospitata, lo stesso giorno, dalla Scuola internazio- nale di cucina italiana fondata da Gualtiero Marchesi Alma; presso la Sala del Trono della Reggia di Colorno. È sempre ad Alma che, lo stesso giorno, si è celebrato il convivio volto a celebrare questa creatività, e non stupisce che fosse Paolo Lopriore, uno dei maggiori chef della contemporaneità, a cucina- re il menù studiato, in un’unica edizione, dal Comitato scientifico della scuola composto, oltre che da Lopriore stesso, da Mariella Organi, Ezio Marinato e Davide Comaschi proprio in onore del- la più recente creazione di Dom Pérignon, P2 2000. Il risultato, così come il concetto stesso di P2, è stato un unicum difficile da immortalare, impossibi- le da incastonare, né in un unico spazio né in un unico tempo definito. Per quale motivo? Per l’intrinseca combinabilità del menu che, associando in un’unica soluzione, alle taglia- telle all’uovo, la carne di manzo e di cavallo California, i falafel, i cipollotti rossi fritti, la pancetta affumicata, la pan- na, il Parmigiano Reggiano, l’aceto balsamico tradiziona- le, un’ostrica e della lattuga, ha permesso al commensale, in un’ottica di squisito libero arbitrio, di orchestrare per se stesso tutte le combinazioni possibili in tema di abbina- mento. Il tutto, impreziosito dal pane del maestro Ezio Ma- rinato, del Savarin e della Sciara e, per finire, della pralina studiata dal pastry chef della scuola, Davide Comaschi. N essun’opera è mai solamente un’opera in- dividuale. Di tutte le opere, tuttavia, il vi- no è forse la più particolare: secreto di un territorio, il vino è sublimazione di quel territorio, di quell’annata, di quella visio- ne. In senso stretto, si tratta di un atto creativo, ancora più che creativo se pensiamo che, in origine, nacque per risolvere la prima di tutte le urgenze: quella della soprav- vivenza. Presto spiegata, dunque, la fratellanza non solo linguistica di creazione e procreazione, due moti dalla na- tura squisitamente demiurgica che ritroviamo nella figura di qualunque artista e mai così intimamente avviluppati come nella figura di Richard Ge- offroy. Proprio la creatività, del resto, è il trait d’union di questa storia, che comincia con il gemel- laggio tra Parma, primo comune italiano ad aver ricevuto il titolo di Città creativa della gastrono- mia dall’Unesco, ed Épernay, in Champagne. Da qui alla volontà di coronare questa liaison il passo fu breve, e difatti vie- ne consegnato a Geoffroy stesso, dal 1990 chef de cave di Dom Pérignon, il Premio alla Creatività indetto dal capo- luogo emiliano, quest’anno alla sua prima edizione. Quella di Geoffroy è, infatti, una creatività che, pur abbrac- ciando più emisferi dello scibile, non prescinde dalla prima delle creazioni, quella della vita. Proprio Geoffroy, infatti, comprese che, così come l’uomo, anche il suo Champagne attraversava delle fasi di apertura alternate ad altre più silenti, di chiusura, e che battezzò col termine di Plénitu- de mutuato per l’occasione dall’astronomia. «La Première Plénitude si compie dopo almeno otto anni di elaborazio- ne, secondo l’annata, ed è rappresentata da Dom Pérignon Vintage, Plénitude dell’Armonia», spiega Geoffroy. «La 1. Richard Geoffroy riceve dal sindaco di Parma Federico Pizzarotti il Premio alla Creatività. 2. La reggia di Colorno, sede di Alma. 3. Lectio magistralis dello chef de cave ospitata da Alma nella Sala del trono della reggia di Colorno. 4. Studenti di Alma. 5 e 6. Alcune pietanze del menù creato da Lopriore per Dom Pérignon P2 2000: ostrica, pancetta affumicata, pralina. Tutto nasce da un gemellaggio tra Parma ed Épernay passando per Alma

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