SpiritoDiVino087

SPIRITO diVINO 49 C Correva l’anno 1818 quando Madame Clicquot, née Ponsar- din, infastidita dalla volgare usanza di colorare lo Champagne col succo delle bacche del sambuco, decise di elaborare un metodo che del suo Champagne ne impreziosisse non solo i connotati cromatici ma, per estensione, la percezione tutta. Ha dunque poco più di quarant’anni, la veuve, quando ordi- sce il primo rosé della storia. Ed è precisamente dal riflesso rosa ramato, più occhio di pernice che salmone, più corallo che conchiglia, che ammiro rapita questo Jardin d’Acclima- tation nella calda luce crepuscolare di una sera parigina d’e- state. Ci sono 600 persone alla soirée organizzata da Veuve Clicquot per l’anniversario dei 200 anni dal primo rosé del- la storia ma l’apertura degli spazi è tanta e tale che, invero, non ci si fa caso. Sono catturata dai 19 ettari di meraviglie di questo splendore tra la porta di Neuilly e quella des Sablons lungo boulevard Maurice-Barrès: il giradino nacque dall’idea dell’imperatrice Eugenia e dell’imperatore Napoleone III i quali, ispirandosi all’indimenticato Hyde Park di Londra, re- alizzarono il loro sogno di dare vita a un giardino che potesse divertire, intrattenere e divulgare all’ingresso del grande Bois de Boulogne. Oggi ospita ancora molte delle sue attrazioni originali, adornato per l’occasione dai due pantoni, il classico giallo Yellow Label e un rosa più confetto che mattone, mentre circa 400 magnum, ci confida Dominique Demarville, chef de cave di Veuve Clicquot, sono state preposte, oltre alle normali bottiglie, a riempire i calici che si accompagnano a deliziosi manicaretti: tra tutti, uno squisito baccalà al coriandolo, pop- corn al Parmigiano, un barbecue trimalcionico e, a chiudere, gelato, zucchero filato e ciliegie candite. Oltre ai copiosi calici di Veuve Clicquot Rosé si poteva attingere da un nutrito reper- torio di cocktail a base di Veuve Clicquot Rich Rosé. Barbe-Nicole Ponsardin in Clicquot avrebbe sicuramente ap- prezzato l’attuale Rosé quale felice assemblaggio di Pinot noir, Meunier e Chardonnay, con vini di riserva che partecipano del- lo stesso fino a un massimo del 40%. Avrebbe anche apprezza- to la scelta di Demarville di utilizzare vini rossi di selezionati cru che l’azienda custodisce a Bouzy. Meno certa della sua re- azione di fronte a questo caleidoscopico carnevale. Non posso fare a meno di pensarci mentre mi intrattengo sulle note della musica jazz, riletta in stile Nouvelle Vague, di uno dei cinque gruppi musicali che suonano stasera. Non resisto alla tentazio- ne di provare lo swing carousel e di salire su le petit train che, scopro, essere lo stesso dal 1878. Non mi faccio mancare nem- meno una piccola crociera con le barchette sceniche create nel 1926 de la Rivière Enchantée. Ma ci sono anche le montagne russe dalle quali, nei momenti migliori, s’intravede la Tour Eif- fel. E poi, il sinuoso e tentacolare richiamo del Drago cinese nella zona delle grandi voliere, il labirinto degli specchi e, lì vicino, l’ottovolante. C’è pure una tyrolienne: questa, però, la rimando alla prossima visita o, tuttalpiù, alla prossima vita. CHAMPAGNE ( CELEBRAZIONI )

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