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SPIRITO diVINO 71 In alto, da sinistra, l’Opthymus Elixir nella bottega di Andrea Nicola, con il motto alchemico «Solve et coagula», che riassume quel processo di trasformazione basato sul dissolvimento e il riassemblamento; il Naviglio estrattore con cui è captata parte del timo e delle erbe che compongono l’Opthymus. A fianco, l’elisir tra il timo dell’orto di Andrea Nicola, dietro la cattedrale di Aosta. L Il timo varico valdostano è il migliore del mondo, con il 55% di timolo La specialità sta nel vedere le cose del mon- do materiale come quelle del mondo spiri- tuale nelle loro ramificazioni originarie e conseguenti». Questa pennellata di Honoré de Balzac fa da preludio per sintonizzarci sulle onde energetiche del pensiero e dell’a- zione del dottor Andrea Nicola. Farmacista di Aosta, quasi un alchimista, produce da anni diverse linee di eccezionali fitocosme- tici d’erbe di montagna. Ma è anche un fine gourmet, oltre che un esteta. Così ha voluto cimentarsi nella messa a punto e produzione di un elisir di erbe officinali valdostane che fosse tradizionale ma d’avanguardia al con- tempo. Ne è nato Opthymus Elixir, amaro a base di timo. Un liquore che è autentica- mente una bevanda spiritosa, nel senso che trae l’essenza stessa delle piante: già l’etimo di elisir richiama un qualcosa che si elige, ovvero che si sceglie e si carpisce, proprio come l’eleganza. Per accedere ai suoi se- greti siamo andati a esplorare il suo cuore, dove tutto ha origine: l’orto di erbe officinali sperimentale di Andrea Nicola, giusto alle spalle della cattedrale nel centro di Aosta, l’antica Augusta Praetoria romana. Paccia- mato a trinciato di legno, vi prosperano in piccoli appezzamenti isolati l’uno dall’altro 30 specie di piante prevalentemente peren- ni, ognuna delle quali meriterebbe un ap- profondimento esoterico. Oltre al timo troviamo calendula, che è biennale e facilmente si autosemina, salvia, echinacea di cui si raccoglie la radice e che ha un bellissimo fiore molto visitato dagli insetti, stella alpina ricca di principi attivi antiossidanti, rabarbaro, ribes nero, zaffe- rano, arnica, imperatoria, issopo o piante che molti declasserebbero a «erbacce» co- me la piantaggine maggiore o il tarassaco. Più specie ci sono, più l’ecosistema è sano e robusto perché loro si aiutano a vicen- da. Il periodo di raccolta è legato a quello maggiormente balsamico, ovvero quando la pianta ha la maggior concentrazione di principi attivi, che in genere corrisponde alla fioritura. L’estrazione può avvenire da foglie, semi, fiori, fusto, corteccia, radice, gemme. D’inverno si ricoprono di neve e se la cavano bene, nonostante molte siano di origine mediterranea, come salvia, rosmari- no o lavanda. Il problema sono i danni mec- canici dovuti al peso della neve. Ma veniamo al protagonista: il timo. Andrea Nicola ci spiega perché è speciale: «Il timo della Valle d’Aosta è il migliore del mondo in quanto particolarmente ricco di timolo, quasi il doppio della concentrazione della media. Vengono da tutto il mondo a pren- derlo. Il laboratorio di chimica dell’Institut agricole régional ha rilevato circa il 55% di timolo. Per dare un’idea, solitamente è del 15%. Gli svizzeri l’hanno raccolto qui e riprodotto da loro, originando la razza Thymus vulgaris varico: il nome deriva da Valle d’Aosta-Ricola. La sua qualità è do- vuta ai geni ma anche al suolo e all’aria. Pensiamo che in Valle d’Aosta in natura si trovano circa il 40% delle erbe officinali presenti in Italia». Ma quali sono gli effet- ti del timolo? Lo racconta Stefano Parenti, agronomo responsabile, insieme alla mente propulsiva René Benzo, delle coltivazioni VALLE D ’ AOSTA ( DOSARE LE ESSENZE )

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