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SPIRITO diVINO 77 In alto, da sinistra, il Ferretti Yachts 850 che ha ospitato a bordo i vini, flybridge elegante e potente di 85,4 piedi (26 metri); Krug Grande Cuvée 166ème Édition. Nella pagina a fianco, un poker di italiani nella cambusa di vini da avere a bordo: da sinistra, Maison Anselmet Chardonnay Valle d’Aosta, Braida La Monella, Secondo Marco Amarone della Valpolicella e Poderi Colla Bricco del Drago. CALICI D ’ ESTATE ( VINO A BORDO ) D Di fronte al mare la felicità è un’idea sempli- ce. Così lo scrittore francese Jean-Claude Izzo nel romanzo Chourmo. Il cuore di Marsiglia . Se poi immaginiamo di essere su una barca ancorata in baia in compagnia di un calice di vino oppure di trovarsi a fine giornata con un distillato abbinato a un sigaro e un libro, ecco che l’idea di felicità si fa piacevolmente con- creta. Per chi ama andare per mare, sia a vela sia a motore, la cambusa di vino e distillati è una delle priorità a bordo e fanno parte di quei generi di prima necessità che si stivano in barca quando si è ancora in porto, dunque prima di mollare gli ormeggi. A proposito di stivaggio, ecco che le bottiglie trovano normalmente rifugio sotto il pavimento della barca (luogo fresco) oppure ricorrendo a gavoni o ad armadi climatizzati: in quest’ulti- mo caso ce ne sono di tutte le misure e di tutte le capacità in ordine al numero di bottiglie da contenere, con la possibilità di variare due o tre volte la temperatura in altrettanti ripiani, a basso consumo energetico e con un design che ben si integra al resto dell’ambiente, diventan- do addirittura un complemento d’arredo. Per chi poi non vuole rinunciare ad avere le sue bottiglie, magari da invecchiamento, ci sono sul mercato anche modelli monotemperatura che ricreano le medesime condizioni di una cantina naturale e garantiscono una tempera- tura costante compresa tra 10 e 14 °C. Insomma, anche i vini si possono sentire a ca- sa loro in barca. Bene, ma quali? Spirito diVino ha effettuato una selezione tra rossi, bianchi, rosé, bollicine e distillati, definendo una sorta di «primo equipaggiamento diVino» a bordo: etichette che incontrano gli abbinamenti con i piatti o gli apetizer consueti che si gustano in barca nelle diverse ore delle giornata, sul fly piuttosto che in pozzetto o a prua, fino ai «calici della sera» da meditazione. In ordine al cibo, il primo pensiero va ovviamente al pesce che, se mangiato crudo, preferisce in prima istanza i bianchi fermi freschi, giovani, fruttati, non invecchiati, altrimenti le bollicine che diventano invece prima scelta con i frutti di mare i quali ben si coniugano con bianchi fermi. Le paste fredde, invece, incontrano be- ne o male tutti i vini, mettendo come prima opzione dei rossi leggeri. A proposito di leg- gerezza, in quella conviviale dell’aperitivo al tramonto, dopo aver buttato l’ancora in rada o aver guadagnato il posto in marina, seguendo il consiglio prima di prepararsi per scendere a terra e raggiungere il ristorante prenotato, la bollicina è sempre vincente e protagonista, ma anche bianchi fermi giovani con la loro freschezza e leggiadria si prestano bene nei calici. Come si può ben capire, la bollicina è un tutto pasto formidabile, tant’è che anche al momento del dessert si impongono sotto forma di Champagne oppure di Spumanti, Franciacorta, Trentodoc o Cartizze che dir si voglia. D’altra parte, l’abbinamento Champa- gne-barca-mare è un classico non foss’altro se pensiamo a Ernest Hemingway, ai suoi tor- menti e amori guardando i paesaggi marini, alla bottiglia di Champagne per l’appunto con cui battezzò la sua barca Pilar. Alternativa senza bolla per i dessert sono i vini dolci che aprono al discorso del dopocena e dei distillati: in questo caso l’abbinamento si può estendere a piaceri fumosi come per esempio il sigaro, con un Cognac o un Porto. Guardando le stelle, ascoltando il mare. Lo Champagne e le bollicine sono un piacevole tutto pasto

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