SpiritoDiVino087

SPIRITO diVINO 89 E il 2017 dei fortunati, quelli che non sono stati toccati da quelle gelide manine di madre natura. La Gironda ha protetto i territori che la fiancheggiano, con il suo effetto di «radiatore naturale». Per doveri informativi riporto le zone che sono state più colpite, ma con il suggerimento di fare sempre i dovuti distinguo: Listrac-Médoc, Moulis-en-Médoc, una parte di Margaux, Pessac-Léognan, Graves, Barsac, una gran parte dell’Haut-Médoc, Entre-deux-Mers e in ge- nerale le pianure alluvionali, Saint-Émilion ma solo la parte bassa (quella sul plateau non ha sofferto) esattamente come a Pomerol. «Nei luoghi non colpiti», spiega Michel Rolland, «i vini sono di buona qualità con dei colori profondi, i profumi virano verso i frutti rossi. I gradi ragionevoli e le belle acidità danno vita a dei vini fre- schi e non molto concentrati. Vini che invecchieranno discretamen- te bene, saranno perfetti nei prossimi 10-15 anni». Probabilmente i prezzi del 2017 scenderanno rispetto al 2016, e que- sta sarà un’opportunità per il conoscitore di trovare le giuste bottiglie a prezzi ragionevoli. Una bella notizia, no? Tenere il passo di un’an- nata come la 2016, forse uno dei più grandi millesimi a Bordeaux, e anche della 2015, è stato quasi impossibile, anche per i baciati dalla dea bendata. In generale (ma va sottolineato che proprio in annate così complicate non è il caso di esprimere dei giudizi assoluti, le sorprese svettano slalomando tra i cru), l’annata si presenta a sinu- soide, con dei picchi di notevole livello espressivo e di alta classe gustativa. Abbiamo chiesto a Olivier Bernard, presidente dell’Union des Grands crus, nata nel 1973 e che attualmente raggruppa 104 membri (a proposito, nel 2019, dopo sei anni al vertice dell’associa- zione, Bernard passerà il testimone: rumors danno come successore Ronan Laborde, proprietario di Château Clinet a Pomerol) di tratteg- giare il profilo dell’annata: «Il 2017 è un millesimo precoce. Maggio e giugno caldi (soprattutto giugno) e soleggiati (con un fine giugno piovoso). Luglio e agosto con clima secco ma con delle temperature nella media stagionale. Settembre vede il passaggio di temporali e pioggia, ma dal 20 settembre fino a ottobre e oltre, il sole brilla su tutta la regione, portandoci poi in piena estate indiana». Le degusta- zioni organizzate dall’Union des Grands crus per la stampa di settore si sono svolte per il secondo anno consecutivo all’Hangar 14, una struttura perfettamente attrezzata per le degustazioni, sulle banchine della riva destra, esempio del piano di conversione urbana del porto dell’antica Burdigala. L’impressione che ci siamo fatti riconduce alla parola chiave che dicevamo: eterogeneità. Ricchezza di diversità, ma nessun catastrofismo, anzi. Non sono vini potenti e muscolosi e quan- do non cadono nella trappola della sovraestrazione godono di una fre- sca acidità, di slanciata eleganza, di tannini fini, di gradazioni basse, di un frutto croccante e di una piacevolezza di beva in linea con l’air du temps. «Vini eleganti e sottili», racconta Stéphane Derenoncourt, «accessibili già nei primi anni, senza doverli aspettare a lungo (altra bella notizia, nda ). Il lavoro in vigna è stato fondamentale. La deli- catezza dell’insieme dei vini (i vini da terreni argillosi, che hanno assorbito meglio le piogge di settembre, sono invece più pieni, con un po’ più di volume) ci dovrà far vigilare durante l’élevage per preser- vare questo loro equilibrio». Particolarmente degni di nota i bianchi quest’anno, nettamente superiori ai millesimi precedenti, una vera sorpresa. E per i vini dolci, a Sauternes, ecco vini di forte intensità aromatica, ricchi, voluminosi e suadenti, un po’ carenti in freschezza e acidità. Un’annata simile alla 2009, per intenderci. Lasciamo loro il tempo di evolversi, avremo modo di riparlarne.

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